Letteratura gnostica

La letteratura gnostica è il corpus dei testi che esprimono il pensiero dello gnosticismo. Nei secoli II-IV gli gnostici svolsero un'intensa attività letteraria, di cui ne è il riflesso la (supposta) ampia produzione, che doveva superare per estensione quella della letteratura cristiana coeva. I tre quarti degli antichi scritti cristiani su Gesù (e i suoi discepoli) provengono infatti da ambienti gnostici: in particolare la produzione letteraria gnostica comprende opere narrative, trattati di teosofia, e opere a carattere rivelatorio intrise di misticismo.
Lo studio della letteratura gnostica è essenziale per capire il contesto nel quale si sviluppò l'elaborazione teologica cristiana. Delle opere di questa letteratura, che un tempo dovevano formare una vasta produzione, tuttavia, non ci rimane che un esiguo numero di frammenti: possediamo soltanto alcune traduzioni copte e alcune versioni siriache rivedute.

Per secoli la conoscenza delle dottrine gnostiche si è basata quasi esclusivamente sulle citazioni, spesso incomplete e parziali, di scrittori cristiani non gnostici come Ippolito di Roma, Ireneo di Lione, Clemente Alessandrino e Origene di Alessandria, i quali riportavano il pensiero degli gnostici con l'intenzione di confutarlo. Per questo il rinvenimento dei manoscritti di Nag Hammadi è stato della massima importanza: esso ha reso possibile l'accesso alle fonti originali del pensiero gnostico. Infine esistono raccolte di frammenti (specie quelli provenienti da Ossirinco in Egitto) che contengono altri testi, i quali, sebbene spesso incompleti per via della loro natura, sono stati di grande utilità nel raffronto con gli scritti di Nag Hammadi.


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